Il figlio più illustre di Sopot. Che il 18 ottobre 1926, quando Nikolaus Karl Günther Nakszyński venne alla luce, ancora si chiamava Zoppot, e faceva parte della Città Libera di Danzica. Nel 1931, con la grande depressione abbattutasi anche su Sopot, la famiglia Nakszyński si trasferì a Berlino. Cinque anni più tardi il piccolo Klaus acquisì la cittadinanza della Germania hitleriana. Nel 1943 Kinski fu chiamato a servire la patria, e l’anno seguente partì per il fronte olandese. Non è chiaro se disertò per consegnarsi ai britannici, secondo la versione riportata dall’attore nelle sue memorie, o se cadde loro prigioniero dopo appena due giorni al fronte, come sostenuto da altre fonti. Certo è che Kinski salì per la prima volta su un palco proprio durante la detenzione in Inghilterra. Iniziando quasi per caso una carriera che lo avrebbe visto recitare in pellicole di ogni genere. Compresi film entrati nella storia del cinema, quali Il Dottor Zivago, Per qualche dollaro in più, Nosferatu e Fitzcarraldo. Ma anche in spaghetti western dai titoli improbabili, come Sono Sartana, il vostro becchino o Per una bara piena di dollari. Perché Kinski non avrebbe mai rifiutato alcun ruolo. Salvo ostentare profondo disprezzo per la propria professione: “Mi sono venduto per un altro anno. Non ho idea di ciò che ho firmato. Devo accettare ogni merda. Come dicevo, mi va bene tutto.” Frasi sintomatiche di una personalità imprevedibile e tormentata, che negli anni ’50 gli era costata un breve ricovero in un ospedale psichiatrico, per poi sfociare in due tentativi di suicidio. E in un insaziabile appetito sessuale, premiato da centinaia di conquiste, nonostante un aspetto fisico tra il trasandato e l’inquietante. Proprio il sesso è il motivo conduttore della sua autobiografia All I need is love, uscita nel 1988 e, a oggi, inedita in Italia. Il libro, ritirato dalla circolazione per alcune dispute legali e successivamente ripubblicato con il titolo Kinski Uncut, approfondisce anche altri aspetti della vita dell’attore, quali il controverso rapporto con il regista Werner Herzog e la nascita della figlia Nastassja. Su tutto, però, il sesso. Dai primi maldestri approcci con la sorella, alle orge con attrici, groupie e prostitute: “I nostri corpi. Le nostre facce. I nostri genitali. Uno contro l’altro, pericolosamente. Dolorosamente.” Quando Kinski, nel 1991, fu stroncato da un improvviso attacco cardiaco, un amico indicò come causa della sua morte “un po’ di tutto.” Oggi la casa della sua infanzia a Sopot ospita un bar molto frequentato, che rende omaggio a Kinski trasmettendo concerti dei suoi musicisti preferiti e restando aperto fino a tarda notte.
